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DOMMIN
LOVE IS GONE
Tra le nuove leve del gothic-rock gli americani Dommin sono sicuramente quelli che più stanno facendo parlare di sé, grazie sicuramente al supporto di una etichetta importante come la Roadrunner ma soprattutto grazie alla loro proposta piuttosto interessante.
Potremmo quasi parlare di una “one man band” perché è stato proprio il cantante/chitarrista Kristofer (che di cognome fa appunto Dommin) a dare vita a questa creatura musicale nel 2000 ed a plasmarla a sua immagine e somiglianza negli anni a venire, facendo confluire in essa la sua passione smisurata per Type O’Negative, Cure ma anche per le sonorità swing/rockabilly anni ’70.
Accostati da molti agli Him, più per il romanticismo che invade le liriche che non per una questione prettamente strumentale, rispetto alla band finlandese il quartetto di Los Angeles presenta un suono più raffinato, più vicino all’hard-rock che non al metal, il tutto permeato dalle atmosfere cupe che nascono dalle tastiere di Kostantine, autore di un buon lavoro di contorno che ci consente appunto di utilizzare il termine “gothic” per descrivere la musica del gruppo.
Inutile negare che questo “Love Is Gone”, che segna il debutto su Roadrunner anche se preceduto da un primo disco “Mend Your Misery” datato 2006, gioca molto sul carisma e sull’appeal mediatico del frontman Kristofer, che vuole emulare il mito Elvis Presley non solo da un punto di vista estetico con il suo ciuffo ribelle, ma anche nel suo timbro vocale profondo che mostra come il giovane cantante apprezzi particolarmente lo stile canoro del “Re del Rock” ma anche di altre leggende “swing” come Frank Sinatra.
Tra cuori spezzati e tematiche velate di un alone di pessimismo che sembra non voler regalare nemmeno uno spiraglio di luce agli innamorati il disco scivola via tra momenti più vivaci come “I Still Lost” o “One Feeling” e ballate che non sempre lasciano il segno risultando talvolta un po’ soporifere con conseguente influenza negativa sul risultato finale.
Nonostante ciò si riesce ad arrivare alla conclusiva  “Remember” senza particolari difficoltà e pur non essendo un grandissimo fan del genere riconosco in questi Dommin determinate qualità ed idee che possono finalmente portare una ventata di aria fresca all’interno di una scena un po’ troppo restia a guardare avanti alla ricerca di nuove soluzioni sonore.
Whitelocust
Voto: 6,5
TRACKLIST:

01. My Heart, Your Hands
02. New
03. Evenfall Hollow
04. Tonight
05. Love Is Gone
06. Dark Holiday
07. Without End
08. Within Reach
09. Closure
10. Making The Most
11. One Feeling
12. I Still Lost
13. One Eye Open
14. Honestly
15. Remember