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DARK TRANQUILLITY
WE ARE THE VOID
La domanda alla fine è una sola: cosa si può chiedere ai Dark Tranquillity nel 2010? Una band in giro da ormai più di 20 anni durante i quali ha, a suo modo, contribuito a scrivere la storia di un genere e soprattutto di una scena musicale,  ha davvero ancora qualcosa da dire? A mio modo di vedere, dipende dal gruppo. In questo caso però, inizio a pensare che da dire ai Dark Tranquillity siano rimaste davvero poche cose. 
Peccato, perchè sia ‘Character’ che ‘Fiction’, i due predecessori di questo ‘We Are The Void’, in qualche modo erano riusciti a svecchiare (molto) parzialmente la formula, inserendo soluzioni elettroniche che rendevano il tutto un po’ più interessante. Ma ora anche questa formula rischia davvero di stufare. C’è da dire, comunque, che tutto si può rimproverare ai Dark Tranquillity ma non il fatto di essere incoerenti. Se gli illustri colleghi e concittadini In Flames, infatti, col passare del tempo si sono spostati su sonorità senz’altro più ‘di moda’ (notare le virgolette), virando verso territori più Nu-Alternative, i Nostri invece hanno mantenuto pressochè invariata la formula, fatta eccezione, come abbiamo già accennato, per alcuni inserti elettronici comparsi negli ultimi dischi. Insomma, il loro Death Metal melodico è rimasto più o meno sempre lo stesso: e se un tempo gli ha permesso di scrivere uno degli album più riusciti in assoluto in ambito Death svedese (‘The Gallery’), oggi purtroppo iniziano a vedersi i segni del tempo.
Basta ascoltare l’opener del disco, "Shadow in Our Blood", per rendersi conto senza difficoltà della mancanza di idee che ormai affligge la band svedese: al di là delle soluzioni arabeggianti (che c’entrano poco, a mio modo di vedere), il pezzo è davvero di una piattezza disarmante; parte e finisce allo stesso modo. E il guaio è che questo non è l’unica canzone a lasciar a desiderare: "Dream Oblivion", "In My Absence", "I Am the Void" puzzano tutte di già sentito e non riescono proprio a staccarsi dal tipico stile Dark Tranquillity, con un riffone di sostegno e passaggi tastieristici molto melodici, troppo in alcuni casi. E pensare che i pezzi interessanti ci sarebbero pure: "The Fatalist" è molto più fresca ed ispirata rispetto alle altre traccie, e lo stesso vale per l’interessante "Iridium", in cui Stanne sfoggia dei vocalizzi veramente notevoli, e "Arkhangelsk", uno dei pezzi più estremi del lotto, davvero ben riuscita nel suo incidere oscuro che ricorda anche gli ultimi Dimmu Borgir (nelle – poche- canzoni riuscite, però).
In sostanza, "We Are The Void" è un disco che piacerà sicuramente ai fan storici della band (se hanno apprezzato anche gli ultimi lavori), ma deluderà chi è in cerca di qualcosa di nuovo o che si stacchi un minimo dalla solita tiritera.
Peccato, perchè loro sono dei grandi professionisti e mi stanno molto simpatici, ma è davvero troppo tempo che non riescono più a sfornare dischi davvero interessanti e lontani dalla mediocrità. Sufficienza stiracchiata, perchè alla fine la classe è sempre quella.
Andrea Vareschi
Voto: 6
TRACKLIST:

01. Shadow In Our Blood
02. Dream Oblivion
03. The Fatalist
04. In My Absence
05. The Grandest Accusation
06. At The Point Of Ignition
07. Her Silent Language
08. Arkhangelsk
09. I Am The Void
10. Surface The Infinite
11. Iridium