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HUNDREDTH
WHEN WILL WE SURRENDER
Il loro nome è Hundredth, sono americani e hanno sfornato un gran disco. Va detto così fin dall’inizio, poiché è veramente una perla dell’hardcore moderno. E pensare che è anche il loro debutto, un inizio davvero da favola.
“When Will We Surrender” parte con la quinta marcia ingranata e continua senza nessun respiro di sollievo. Il viaggio che andrete a percorrere sarà condito da riff velocissimi e non necessariamente tecnici, sezione ritmica a velocità sovrumane e urla strazianti.
La prima cosa che viene da chiedersi è: cos’hanno di diverso da tutta l’ondata Metal/hardcore che ci sta travolgendo? Beh, ascoltare per capire, effettivamente le differenze non sono molte, solo che la loro musica si inietta nel sangue come un flacone di adrenalina; infatti gli effetti collaterali sono molti, a partire dalla voglia di spaccare tutto quello che vi circonda intorno e non stare fermi un attimo.
Si aprono le danze con “Catalyst”, l’antipasto dell’album, dove si intuisce l’impeccabile registrazione dei suoni, curati davvero bene, esplosivi e melodici nei momenti giusti. Ho detto melodici perchè nel loro concentrato di violenza e rabbia si uniscono alcuni riff ed occasionalmente parti vocali che danno un tocco di classe all’insieme, con armonie azzeccate, vedi “Willows” oppure “Betrayer”.
Ma la situazione cambia dall’inizio di “Passion”, dove la faccenda diventa decisamente hardcore, toccando spesso anche la vecchia scuola. I momenti emozionanti non finiscono, ed eccoci arrivati al singolo “Desolate” per il quale è stato registrato perfino il video; e mai song più azzeccata di questa potevano scegliere, spaziando dal Thrash al Post/Hardcore senza nessun problema. “Fade” raffredda il bollore che si è creato fin qua, ma “Sinking” e “Greater” lo riscaldano in pochissimo tempo, per poi ancora raffreddarsi con “Rise” e d’ora in avanti è il delirio. Le ultime tre canzoni trasmettono l’energia che la band emana, scagliandoci una vera e propria “tempesta sonora” stavolta farcita perfino da breakdown.
Insomma, uno spettacolo che gli amanti del genere non possono farsi scappare. Stiamo parlando di roba già sentita, ma fatta bene, davvero bene. La prima impressione è decisamente positiva, sperando di vederli presto dal vivo, l’augurio è di una continuazione sulle linee di “When Will We Surrender”.
Machinesofhate
Voto: 9
TRACKLIST:

01. Catalysts (feat. Matthew Hasting)
02. Willows (feat. Ian Fike)
03. Betrayer
04. Passion
05. Caving
06. Desolate (feat. Jonathan Vigil)
07. Fade [Instrumental]
08. Sinking
09. Greater
10. Rise
11. Brighter
12. Sun
13. Shine