Recensire il nuovo album dei Cancer Bats non è facile perchè, ad essere onesti, non c’è poi molto da dire. Con questo nuovo album infatti i quattro hardcorer canadesi ripartono esattamente da dove “Hail Destroyer” si era concluso senza svolte o ripensamenti di sorta. Anche il cambio di formazione, con l’avvicendamento al basso tra Jason Bailey e Jaye Schwarzer pare non aver apportato nulla di nuovo sotto il sole e per i fan forse è tanto meglio così.
“Bears, Mayors, Scraps & Bones”, titolo pare legato ai quattro soprannomi che i membri si portano dietro, è il disco che qualunque fan dei Cancer Bats si sarebbe aspettato da loro: potente, sporco e sprizzante attitudine da tutti i pori. Qualche detrattore potrebbe dire anche scontato, ma a mio modo di vedere in certi ambiti musicali questo è da vedersi quasi come un pregio: siamo di fronte a gente 100% fedele alla linea. E di che linea si tratti è presto detto: un incrocio dell’hard rock di scuola southern con il trash metal dei Pantera, suonato però con un’attitudine hardcore da far impallidire i Madball. Un gran casino insomma, nel vero senso della parola. E’ quindi quasi scontato dire che la dimensione migliore per apprezzare questa band sia dal vivo, ma posso assicurare che è così. In quell’ambito l’energia che questi ragazzi sanno sprigionare viene fuori tutta ed il prodotto ne guadagna tantissimo. Su disco invece la solfa tende un po’ ad annoiare ed è forse più adatta all’ascolto di chi, come loro, vive la scena con una costanza ai limiti del fanatismo. Dell’album quindi non mi sento di citare nessuna traccia in particolare, perché in tutte si possono trovare i pregi ed i difetti  di questo lavoro. Segnalo giusto la cover che conclude il disco, quella “Sabotage” di beastieboysiana memoria che certo tutti ricorderanno. Ebbene il pezzo nelle mani dei Cancer Bats cambia pelle, trasformandosi in un manifesto hardcore genuino e trascinante, cui è seriamente difficile restare indifferenti.
Insomma i quattro dell’Ontario svolgono il loro compitino con dedizione ed impegno, ma stando ben attenti a non deludere le aspettative del loro seguito più stretto. Se ci siano riusciti o meno starebbe forse a questo nucleo di fan giudicarlo, per quel che mi riguarda dimenticherò questo album molto in fretta, ma sicuramente non mi perderò il loro prossimo concerto.