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LINEA 77
10

Dieci anni sono trascorsi dall’uscita di “Too Much Happiness Makes Kids Paranoid”, dall’iniziale urlo straziante di “Touch” che ha avviato la carriera dei torinesi Linea 77, una carriera che li ha visti togliersi importanti soddisfazioni a livello internazionale e farsi portavoce all’estero della nostra scena crossover/nu-metal.
Intitolare il nuovo lavoro “10” è stato un fatto del tutto naturale per il quintetto di Venaria che con questo disco ha in parte preso le distanze con quanto fatto in passato, facendo delle scelte precise e dimostrando di aver ben chiaro in mente quello che sarà il futuro della band.
Innanzitutto questo è il primo disco cantato completamente in italiano, una decisione figlia di un processo graduale cominciato con “Horror Vacui” che permette al gruppo di potersi esprimere in maniera più diretta e di trattare con maggiore incisività argomenti anche più delicati come accade ad esempio nella riuscita “Il senso”, un chiaro riferimento alla vicenda di Eluana Englaro, al tema dell’eutanasia, al rispetto ed alla possibilità di una scelta in un momento delicato.
Musicalmente parlando è da parecchio tempo ormai che il chitarrista Chinaski si è innamorato di sonorità più “vintage” proprie di ambienti post-rock che riecheggiano già nell’opener “Muezzin” che si apre tra atmosfere deftoniane per poi giungere attraverso una breve parentesi acustica ad un’esplosione finale che suona quasi come un grido di liberazione.
L’esperimento fatto con “Penelope”, semi-ballad contenuta nel precedente disco, sembra aver convinto i nostri a  puntare con maggiore decisione su melodie di più ampio respiro con risultati direi soddisfacenti come ne “L’ultima volta” o “La notte”, mostrando di avere ancora la spinta aggressiva di un tempo in brani quali “A Noi” e “Tank”, ma mantenendo anche un occhio di riguardo verso soluzioni più “commerciali” con il singolo “Vertigine”.
Il tempo passa inesorabile per tutti ma i Linea 77 sono riusciti negli anni a tenerne il passo presentandosi oggi in ottima forma, con una freschezza di idee che è conseguenza di importanti cambiamenti che li hanno in parte allontanati da quelle caratteristiche che ce li hanno fatti amare senza intaccarne però la capacità compositiva, forte oggi di una maturità più che mai marcata.
“10” è decisamente un buon album che va valutato nell’ottica di quello che sono i Linea 77 oggi, una band molto diversa da quella che cantava pezzi come “Meat”, “Moka” e “Ketchup Suicide”, ma che si dimostra ancora in grado di dare voce al pensiero di molti di noi come pochi altri sanno fare.

Whitelocust
Voto: 7
TRACKLIST:

01. Muezzin
02. Vertigine
03. Il Senso
04. A Noi
05. Aspettando Meteoriti
06. La Notte
07. Come Vipere
08. Au Revoir
09. Tank!
10. L'Ultima Volta