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DEFTONES
DIAMOND EYES

A volte è proprio dalle situazioni più drammatiche che si trova la forza per reagire, la forza per guardare avanti e tirare fuori il meglio di sé.
Così è successo ai Deftones. La band di Sacramento è stata più forte del proprio destino, un destino crudele che purtroppo ha visto il bassista Chi Cheng rimanere coinvolto in un terribile incidente nel novembre 2008 e trovarsi ora in uno stato di coma dal quale non è ancora riuscito a sfuggire, mantenendo condizioni stabili ma comunque critiche.
Un durissimo colpo per il gruppo che però dietro la spinta di nuovi ritrovati stimoli è voluto rientrare in studio, scrivere del nuovo materiale ed accantonare così il già anticipato “Eros”, perché troppo dolorosi erano i ricordi ad esso legati, con la speranza di poterlo portare a termine in futuro con il compagno di sempre.
Insieme all’amico bassista Sergio Vega dei Quicksand (che già aveva sostituito Cheng per un breve periodo in passato) nasce così questo “Diamond Eyes”, un disco registrato in poco più di due mesi attorno al quale aleggiava un certo alone di scetticismo da parte dei fans, visti appunto i suoi rapidi tempi di stesura e gli sfavorevoli avvenimenti che lo avevano preceduto.
Come ci suggerisce il nome però “Diamond Eyes” è un disco brillante, un disco che racchiude una varietà di suoni complementari l’uno all’altro, unendo la potenza degli esordi a soluzioni più ricercate mostrando però una compattezza che forse mancava nelle ultime due uscite discografiche.
Se l’omonimo “Deftones” era considerato un lavoro di transizione ed invece “Saturday Night Wirst” si muoveva pacatamente su binari tra loro sconnessi senza un ben definito filo conduttore, questo nuovo album si presenta come il tanto atteso degno successore del capolavoro “White Pony” proseguendo il discorso interrotto dallo stesso con “Pink Maggit” attraverso un approccio più heavy, aprendo nuovi orizzonti alla musica del quintetto.
Parte la title-track iniziale ed è già amore al primo ascolto, con il suo riff massiccio contrapposto a sussurri vocali che sfociano in un bellissimo ritornello, quasi inaspettato, un’apripista che stuzzica ancor più il nostro appetito, ampiamente saziato dalle tracce successive. 
Se il potente groove di “CMD/CTRL” ci porta alla mente i fasti del classico “Around The Fur”, si rimane sedotti dalle chitarre sgraziate ed il basso intrigante di “You’ve Seen The Butcher” che insieme a “Beauty School” ci conduce al primo vero assalto sonoro che risponde al nome di “Rocket Skates”, che tramortisce con il suo grido “Guns! Razors! Knives!” sorretto dalla roboante batteria di un’instancabile Abe Cunningham.
L’apice di emotività lo si raggiunge con la stupenda “Sextape”, un episodio raffinato, di classe, costruito attorno ad un arpeggio sognante ed un chorus da brividi, quasi una dichiarazione d’amore verso le sonorità rock proprie degli Smashing Pumpkins nel quale immergersi e lasciarsi andare accompagnati dalla delicata voce di Chino Moreno, il quale sembra finalmente aver ritrovato lo smalto di un tempo mettendo in mostra una versatilità lasciata un po’ troppo in disparte negli ultimi anni, con un utilizzo più particolareggiato degli effetti sonori che in genere contraddistinguono le sue performance.
Lentamente si giunge dunque alla fine, Frank Delgado da vita ad un’atmosfera cupa nella quale si muove “This Place Is Death”, una piccola perla di sperimentazione che vuole guardare al futuro, tra divagazioni progressive che ci fanno assaporare una sensazione di quiete, di pace, chiudendo il sipario in maniera sublime.
Al termine di tutto non c’è spazio per alcuna perplessità ma solo una grande voglia di riascoltare l’album dall’inizio, di rivivere le emozioni che lo stesso è in grado di regalarci con la sua intensità lasciandoci pienamente soddisfatti ma soprattutto consapevoli di aver ritrovato in splendida forma una delle band più significative nel panorama musicale degli ultimi 20 anni.
Se “Diamond Eyes” diventerà un classico al pari dei suoi predecessori solo il tempo potrà dircelo ma di sicuro c’è il fatto che di questi tempi avere tra le mani un disco di tale spessore è una rarità.

Whitelocust
Voto: 9
TRACKLIST:

01. Diamond Eyes
02. Royal
03. CMND/CTRL
04. You’ve Seen the Butcher
05. Beauty School
06. Prince
07. Rocket Skates
08. Sextape
09. Risk
10. 976-EVIL
11. This Place Is Death