Perdere per strada ben tre componenti e vedere la propria line-up ridotta ad un trio non è sicuramente il modo più favorevole per cominciare la propria carriera artistica ma gli americani Write This Down avevano dalla loro parte il supporto di un etichetta importante come la Tooth & Nail e dunque si sono rimboccati le maniche giungendo oggi alla pubblicazione del loro omonimo primo album.
Nativi del Minnesota, Chad Nichols, Johnny Collier e Nate Rockwell (rispettivamente batterista, cantante e chitarrista) avevano già ottenuto un discreto successo in patria con il loro EP “Alarm The Alarm”, datato 2007, nel quale proponevano una miscela tra screamo ed emo-core tutto sommato convincente considerando il fatto che si sta parlando di due generi nei quali è diventato davvero difficile al giorno d’oggi distinguersi per originalità.
Nonostante una cover-art tamarra al 100% che potrebbe far pensare ad una svolta hard/southern-rock nella musica della band, questo primo full lenght prosegue il trend del suo breve predecessore senza sconvolgerne troppo le caratteristiche principali ma limando invece qualche piccolo dettaglio, con notevoli progressi sia dal punto di vista tecnico che compositivo, rendendo la proposta decisamente più appetitosa.
La qualità migliore del trio è senz’ombra di dubbio quella di saper dare vita a brani potenti ed aggressivi senza perderne di vista l’aspetto più melodico, con parti orecchiabili che rendono il pezzo più accessibile senza intaccarne la consistenza ed intensità.
“Center of Attention” oppure “Despite Your Valour” sono veri e propri anthem dalla facile presa sull’ascoltatore che ben si alternano a momenti invece più aggressivi che rivelano tendenze più nu-metal/metalcore come nel primo singolo “Renegades” oppure nell’opener “Alarm The Alarm”, molto vicina a realtà come i compagni di etichetta Underoath o gli Emery.
In definitiva questo dei Write This Down è un album d’esordio solido ed accattivante, che parte con il botto facendo però registrare un calo di qualità nella sua seconda parte riuscendo però in ogni caso a mantenere vivo l’interesse dell’ascoltatore fino all’ultima traccia.
Al momento rappresentano una valida alternativa ai nomi più blasonati del panorama screamo/post-hardcore, ma non escludo che in futuro possano aver qualcosa in più da dire ed il solo fatto che il disco si lasci ascoltare e riascoltare con piacere senza annoiare mi sembra già un motivo valido per concedergli una chance.