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STONE TEMPLE PILOTS
STONE TEMPLE PILOTS
La grande sindrome da reunion di questo inizio secolo ha riportato alla luce molte delle band protagoniste negli anni ’90. Di questa stretta cerchia musicale fanno sicuramente i redivivi Stone Temple Pilots, complice lo split recente di Scott Weiland dai Velvet Revolver.
Sebbene provenienti da San Diego, gli STP rappresentano a tutti gli effetti una delle più importanti band appartenenti al movimento grunge insieme ai riformati Alice In Chains, Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden, anch’essi prossimi di reunion.
L’ultimo studio album dei fratelli DeLeo “Shangri-La Dee Da” ci aveva lasciato tuttavia una band che via via si era scrollata di dosso le influenze grunge degli esordi per un rock più tradizionale e maggiormente legato al blues: con l’uscita del nuovo omonimo album la band californiana ha infatti ripreso esattamente il discorso lasciato in sospeso col precedente lavoro, dando alla luce 12 tracce che del movimento made in Seattle hanno ormai solo il vago sapore.
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare a riguardo, questo allontanamento dal grunge ha portato inaspettatamente ad una “nuova” proposta musicale che invece torna ancora più indietro nel tempo strizzando più volte l’occhio alla musica anni ’70, quella targata Rolling Stones, Led Zeppelin e Aerosmith per interderci: pezzi come la sfacciata e trascinante “Huckleberry crumble” (a mio avviso la canzone migliore del disco e potenziale “classico”), l’aerosmithiana “Hickory Dichotomy”, la zeppeliniana “Hazy daze” o “Bagman” riassumono efficacemente il tentativo riuscito di fondere le influenze dell’hard rock classico con lo stile inconfondibile degli STP.
In tutto questo discorso si va a collocare poi una produzione cristallina che riesce a catturare l’energia della performance live, conferendo  così all’intero album una credibilità ancora maggiore.
Sicuramente non mancano all’appello episodi meno convincenti, quali “Cinnamon” o “First kiss on Mars”, ma tutto sommato ho trovato una band in discreta forma e dalla fiamma creativa ancora viva. I fan di vecchia data forse non apprezzeranno quanto detto, preferendo ancora i classici “Core” e “Purple”, tuttavia mi sento di benedire una delle poche reunion che non odora solo di soldi.
Salvatore Dragone
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01. Between The Lines
02. Take A Load Off
03. Huckleberry Crumble
04. Hickory Dichotomy
05. Dare If You Dare
06. Cinnamon
07. Hazy Daze
08. Bagman
09. Peacoat
10. Fast As I Can
11. First Kiss On Mars
12. Maver