I Lana si divertono a prenderci in giro. Se nell’iniziale Breath un ritmo serrato ci fa capire le intenzioni della band di darci una botta di carica, alla partenza di Desmond, seconda traccia, credevo di stare ascoltando il disco sbagliato: leggera melodia di chitarra acustica, piano e voce che sembra quasi frivola. Ma poi il pezzo si evolve e, pur rimanendo forse il più solare dell’ album, iniziano già ad assoggettarci al loro gioco di cambi improvvisi e tempi dispari che inseguono e a loro volta si fanno inseguire dalle mille melodie che si sovrappongono. Il disco continua a farci rimbalzare tra distorsioni potenti e arpeggi sincopati che riescono a catturare l’attenzione in maniera positiva, ma che dopo qualche pezzo risultano a volte un po’ troppo forzati, quando magari soluzioni più semplici sarebbero riuscite ad accrescere il valore delle voci, già di per sé molto ben orchestrate, ma che riescono ad essere catchy solo a sprazzi. E se la metrica dell’italiano sarebbe da rivedere in alcune parti, la linea vocale di “Lana” corre e fa prigionieri ad ogni cambio, e quando arriva l’esplosione del ritornello finale l’unica tentazione a cui si è soggetti è far ripartire la canzone una volta finita: un pezzo che meriterebbe di passare in radio molto più degli ultimi pezzi di molte popstar. “Plexi” (che la segue) non è da meno, con uno stile soggetto agli echi di certi Tool negli stacchi ma pregno delle aperture alla A Perfect Circle, partendo dagli assalti chitarristici che seguono una poderosa base ritmica di basso e batteria che lavora senza sosta, alle voci, qui quasi sempre doppiate tra basse ed alte che si incrociano a vari livelli andando a trascinare il tutto, rendendoti curioso di sapere cosa accadrà dopo, tanta è la loro imprevedibilità. Nell’ ascoltare l’album si ha l’impressione di essere di fronte ad una band che ha piena coscienza di sé, ma spesso limitata dei propri stessi stratagemmi, che la portano ad un livello in cui la ricerca dell’ originalità di composizione strumentale e le melodie vocali a volte si incrociano ed altre si scontrano per interessi opposti. Nonostante ciò Good Morning Apnea è un album godibile al 100% di cui il cuore batte con un ritmo assolutamente atipico ma proprio per questo ipnotico e degno di ben più di un ascolto, che ci mostra quanto i Lana abbiano tutte le carte in regola per creare pezzi che vadano ben oltre la realtà dell’underground.