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NEVERMORE
THE OBSIDIAN CONSPIRACY

I Nevermore rappresentano per il sottoscritto una delle poche certezze in un panorama metallico sempre più arido: la band di Seattle è stata infatti una delle poche formazioni che sia riuscita a traghettare un genere troppo spesso abusato come il thrash in una veste moderna e altamente personale.
I cinque lunghissimi anni di attesa dal precedente “This Godless endeavor”, parzialmente colmati dalle uscite soliste di Dane e Loomis, hanno alimentato la curiosità legata alla natura del nuovo album, nella speranza che si trattasse di un ennesimo colpo da novanta.
“The obsidian conspiracy” è un disco che si presta a mille interpretazioni: c’è chi dirà che è un capolavoro, chi un netto passo indietro. Io mi limiterò a dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalla continuità con la quale la band riesca a produrre musica di ottima qualità a dispetto degli anni che passano, anche se la sensazione di un calo c’è: innanzitutto va sottolineato il netto snellimento della struttura dei brani verso forme più semplici – sempre che questo aggettivo possa avere una qualche valenza con musicisti del calibro di Loomis – , forse inconsciamente derivate dal lavoro solista di Dane; in secondo luogo trovo molto meno fluida la costruzione di alcuni brani che soffrono di alcune forzature stilistiche, nel tentativo di incastrare riff non sempre combinabili tra loro.
Fortunatamente l’ago della bilancia pende a favore della bontà di questo album, ricco in ogni caso di spunti di pregevole qualità.
Rispetto alla tradizionale tendenza che vuole i pezzi migliori in apertura, i Nevermore emergono invece dopo le prime canzoni, nonostante buoni episodi come “Moonrise (through mirrows of death) ed “Emptiness unobstructed”: la seconda metà del disco prende infatti un pò le distanze dalla forma canzone che ha condizionato le prima parte e riporta Loomis e compagni verso soluzioni meno convenzionali e decisamente più vicine ai loro standard qualitativi.
“The day you built the wall” e sopratutto la superlativa “The obsidian conspiracy” sono a mio avviso i momenti chiave di quest’album, forti di alcuni riff superlativi e soluzioni melodiche che colpiscono l’attenzione già al primo ascolto.
Interessante anche la cover di “Crystal ship” dei Doors , anche se questa volta la versione proposta non stravolge l’originale come accaduto con “The sound of silence”.
Non un capolavoro dunque, ma un buon disco che non tradisce quanto di buono la band americana ha costruito in quasi due decadi.

Salvatore Dragone
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01. The Termination Proclamation
02. Your Poison Throne
03. Moonrise (Through Mirrors Of Death)
04. And The Maiden Spoke
05. Emptiness Unobstructed
06. The Blue Marble And The New Soul
07. Without Morals
08. The Day You Built The Wall
09. She Comes In Colors
10. The Obsidian Conspiracy