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JIMMY EAT WORLD
INVENTED
“Invented” è l’album che segna il ritorno di Mark Trombino alla produzione di un disco targato Jimmy Eat World. La portata dell’affermazione precedente per chi segue i JEW non necessita ulteriori approfondimenti, ma per chi non fosse così dentro la questione espliciterò il concetto. Avete presente Pippen e Jordan, Vialli e Mancini, Biaggi e l’Aprilia, Shumacher e la Ferrari? Ecco, il livello è quello. Dominio. Per il sottoscritto quindi questo disco era circondato, ancor prima dell’ascolto, da un alone di riverenza e delirio che difficilmente sarebbero potuti essere soddisfatti. Parimenti inimmaginabile è stato quindi lo sconforto provato quando sul sito della band è stato possibile ascoltare il primo singolo in anteprima, “My Best Theory”, anche nota come la canzone più brutta mai scritta dai quattro dell’Arizona. L’aspettativa, a quel punto, è virata da “il miglior disco degli ultimi cinque anni” a “la peggior delusione degli ultimi quindici”. Brutti momenti.
Ora però il disco ce l’ho per le mani da tre giorni, l’ho ascoltato un numero innumerevole di volte e quindi basta parlare delle mie aspettative ed iniziamo a parlare dei pezzi. Il disco si apre con “Heart is hard to find” e si ha subito l’idea del gran lavoro fatto alla produzione e all’arrangiamento, sia in termini di ricerca del suono giusto sia in termini di pulizia dello stesso. Questa cura verrà fuori lungo tutto il lavoro e sarà riscontrabile soprattutto nel suono delle chitarre, sempre perfette allo scopo. La prima traccia, comunque, convince. Si prosegue con “My best theory” e non c’è molto altro da dire rispetto quanto già scritto. Con “Evidence” si entra nel repertorio Jimmy Eat World e ancora una volta il lavoro sulle chitarre spicca in positivo, nonostante il pezzo di per se stesso non sia eclatante. Meglio comunque del successivo “Higher devotion” che proprio non si fa apprezzare, soprattutto in termini di arrangiamento. Il core centrale del disco è di chiaro stampo JEW ed è composto dalla tripletta “Movielike”, “Coffee and cigarettes” and “Stop”, ma è con “Littlething” e “Cut” che si inizia a fare sul serio. Vengono fuori le emozioni, quelle che il sottoscritto chiedeva al disco. Quelle atmosfere che ti prendono, ti avvolgono, e ti riportano a cavallo del millennium bug. Sulla scia dell’entusiasmo arriva “Action needs an audience” ad alzare i giri al motore pur restando inchiodati a “Bleeding american”. E’ a questo punto che i Jimmy Eat World piazzano il carico da dieci. La title track, “Invented” appunto, è un pezzo importante, che parte vicinissimo a “My Sundown”, ma che da lì si evolve con una carica ed un’intensità tutte nuove. Per il sottoscritto, pura poesia. Il disco a questo punto si chiude con l’atmosfera pacata di “Mixtape” e a chi ascolta non resta che la voglia di sentirlo di nuovo.
Tirando le somme “Invented” non è probabilmente il capolavoro atteso, cosa paradossalmente preventivabile quando le aspettative sono così alte, ma di certo è un buon disco. Il tentativo di uscire almeno un po’ dai binari non sempre porta ad esiti positivi, ma lo sforzo è apprezzabile. Oltretutto il disco è realizzato veramente come si deve e sebbene la produzione non sia assolutamente sufficiente ad un disco per essere un buon disco (quanti esempi che ci sarebbero da fare, specie oggi), può far fare un gradino in più verso l’alto se affiancata ad un buon materiale di partenza.
Lo dico: “Invented” è un bel disco. Meno male.
Manq
Voto: 7,5
TRACKLIST:

01 - Heart is hard to find
02 - My best theory
03 – Evidence
04 - Higher devotion
05 – Movielike
06 - Coffee and cigarettes
07 – Stop
08 – Littlething
09 – Cut
10 - Action needs an audience
11 – Invented
12 - My Sundown
13 - Mixtape