Inutile negarlo... Se vuoi suonare uno strumento e metter di conseguenza su una band per poter suonare e portare la tua musica in giro il più che puoi, devi inevitabilmente fronteggiare un bivio che ti porta ad una scelta: suonare cover dei propri beniamini per puro divertimento o scegliere invece la via "inedita", cercando quindi d'essere il più originale possibile. Se non altro per mettere i discografici nelle condizioni di strizzare l'occhio.
L'originalità per i "P N S" è di casa, partendo soprattutto dal primo impatto con il nome della band: nato come acronimo di "Programmazione Neuro Sonica", è successivamente rimasto immutato nell'abbreviazione quanto cambiato nel contenuto, diventando "Per Non Significare", con l'intento di lasciare libera interpretazione all'ascoltatore.
La band, nata nel 2004, è un trìo composto dal cantante-chitarrista Paolo, Luca Bonni al Basso e Angelo "Il Cigno" Rondine alla batteria; una combo che rappresenta per me quello che sono solente intendere per band originale.
Questa definizione è attribuibile soprattutto grazie all'ambizione del trìo, il quale ha deciso di dare vita ad un progetto molto coraggioso: incidere due dischi "componibili" intitolati "ALI" e "NAZIONI", ascoltabili sìa singolarmente che uniti in un concept unico consolidato anche dalla congiunzione dei due titoli, che assieme danno "ALI-E-NAZIONI".
Gli innumerevoli ascolti a 360° di ciascun membro della band denotano subito nel disco l'essenzialità dei primi Cure, l'istintività e ironìa di Pixies e Fratelli Calafuria per passare poi all'introspezione dei testi - che sono autobiografici - ed alla possibilità di più chiavi di lettura, riflettendo con semplicità e sottile ironia la fragile e complessa condizione umana nelle sue contraddizioni e possibilità, tra amore e solitudine, paura e speranza, nevrosi e redenzione in perfetto stile Radiohead; il tutto rende il suono dei P N S coinvolgente e a tratti struggente alle orecchie dell'ascoltatore.
Analizzando "ALI" dal principio ci ritroviamo davanti all'ennesimo tocco di originalità (come se la band non avesse abbastanza stupito già con il doppio concept album, nda) con una copertina che rispecchia appieno uno dei loro principali riferimenti musicali: l'essenzialità, raffigurata con una foto in bianco e nero di un tratto di terra stravolta dalla siccità, con il nome della band e titolo del disco in piccolo, quasi impercettibile.
Le tracce scorrono con una dinamica azzeccata, dal groove impeccabile e dalle sonorità che spaziano dalle ballad struggenti come il primo singolo estratto dall'album "Il Cielo di Novembre" e "Distratti", a brani più pop come "Il Mio Tempo" "Impossibili Creature" per arricchire il tutto con canzoni più rock oriented: "Se mi distraggo di distruggo" che alterna strofe in italiano e ritornello in inglese, "Sono Un Santo", "I Miei Perchè" e "Come mi vuoi tu".
Il disco, registrato in una casa sulle montagne della Versilia dove è stata allestita appositamente una location recording per dar vita ad "ALI", prodotto da Livio Magnini (Bluvertigo, Rezophonic, Jetlag) da' come risultato finale quello di un lavoro dalla qualità audio ottima, pulita, fluida e dinamica.
E come se non bastasse i PNS non sanno proprio star fermi un minuto partecipando - nonostante il loro album d'esordio sìa uscito solo il 26 marzo distribuito dalla Venus - ad importanti eventi come il TIM Tour (ottenendo il secondo posto), vincendo il Premio Lunezia e tanti altri riconoscimenti da più parti.
A questo punto non ci sono dubbi: i PNS sì che possono esser definiti una Band con la "B" maiuscola, ambiziosa, in continua ricerca musicale, mai stanca d'essere originale senza quindi mai stancare l’ascoltatore.