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FUNERAL FOR A FRIEND
THE YOUNG AND DEFENCELESS
La svolta rock dei Funeral For A Friend iniziata con l’album “Tales Don't Tell Themselves” non mi aveva entusiasmato molto, forse perché ero ancora troppo legato a quel capolavoro che prende il nome di "Casually Dressed And Deep In Conversation", celebrato dalla stessa band durante una serie di recenti concerti.
Di conseguenza, nonostante la buona prova con l’ultimo “Memory and Humanity", avevo un po’ perso le tracce del quintetto gallese che però, dopo aver rimpiazzato l’uscente chitarrista Darran Smith, è riuscito a risvegliare il mio interesse grazie a questo nuovo EP di quattro pezzi intitolato “The Young & Defenceless”.
Come hanno risvegliato il mio interesse? Ovviamente ritornando in parte sui loro passi e riprendendo pieno possesso di quell’aggressività che ne aveva caratterizzato gli esordi ed ultimamente un po’ caduta nel dimenticatoio, con il batterista Ryan Richards finalmente tornato a dar man forte al cantante Matthew Davies con le sue urla.
L’impatto iniziale dell’opener “Serpents In Solitude” è notevole e viene riproposto quel classico stile screamo-core sviluppato su intrecci di chitarre sempre ben strutturati e ricercati per culminare poi in un bel ritornello che ci dimostra come il gruppo non abbia perso il gusto per quelle melodie orecchiabili ed immediate.
La seconda “Vultures” riapre un discorso più rock con un risultato però ben più apprezzabile che nelle ultime produzioni, ma questo è solo il preludio ad un’altra esplosione d’energia caratterizzata da “Damned If You Do, Dead If You Don't”, un brano che ci riporta indietro negli anni, che travolge grazie al suo crescendo di emozioni per darci poi il colpo di grazia con il suo chorus potente, semplice, ma dannatamente efficace.
Chiude l’Ep la riuscita “Sixteen” e la sensazione finale è quella di avere appena ascoltato una band completamente rivitalizzata, una band che sembra aver ritrovato nuovi stimoli per proseguire la propria carriera artistica, forse perché delusa e scossa dalla staticità di una sempre più demotivata gioventù britannica alla quale si ispira il titolo di questo mini-lavoro.
E’ ancora presto per dare giudizi, dunque aspetto il prossimo full-lenght con la speranza di poter celebrare il definitivo ritorno dei Funeral For A Friend.
Whitelocust
Voto: 7
TRACKLIST:

1. Serpents In Solitude
2. Vultures
3. Damned If You Do, Dead If You Don't
4. Sixteen