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DOWN
Realizzata il: 08/02/2011
Autore: Valentina Bernocco
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Chiacchierata telefonica Milano-Los Angeles con il batterista Jimmy Bower, che ci racconta qualcosa del passato e dell’immediato futuro dei Down.

In una chiacchierata telefonica Milano-Los Angeles, il batterista Jimmy Bower ci racconta qualcosa del passato e dell’immediato futuro dei Down. Dal 2006, anno cruciale in cui i Down hanno smesso di essere “il nuovo gruppo di Phil Anselmo”, a "Diary of a mad band", il doppio cd/dvd che testimonia la tournée di quell’anno, fino all’imminente pubblicazione di un nuovo album di studio atteso per la primavera.

 

Ciao Jimmy, ti chiamiamo dall’Italia. Iniziamo subito a parlare un po’ della vostra ultima release. Avete pubblicato in ottobre "Diary of a mad band", il vostro primo doppio cd/dvd live. Ci parli un po’ di questo lavoro?
Nel 2006 abbiamo fatto il nostro primo tour europeo, dopo essere stati fermi, in quanto Down, dall’anno 2002. Era passato un bel po’ di tempo e abbiamo deciso di girare l’Europa anche se non avevamo un nuovo album da presentare. Credevamo che dovessimo testimoniare quest’esperienza con un dvd.

 

E che ricordi hai di quel tour?
Bellissimi. Io ero già stato in Europa ma mai con i Down. E ricordo che è stato divertente ed emozionante incontrare per la prima volta i nostri fan in Europa. Tutti i concerti sono stati fantastici.

 

Il numero sei sulla copertina dell’album si riferisce all’anno 2006?
Sì. E il titolo è anche un po’ un rimando scherzoso alla canzone "Diary of a madman", di Ozzy Osbourne.

 

Il dvd include anche dei filmati che vi riprendono nei backstage dei concerti e durante la realizzazione del vostro secondo album. Pensate che guardandoli i vostri fan possano conoscervi meglio come persone?
Sì, esattamente. Non avevamo mai mostrato ai nostri fan quell’aspetto e volevamo allo stesso tempo una testimonianza di un momento così speciale nella storia della band.

 

Vi abbiamo visti in Italia l’anno scorso, a Torino. E il vostro impatto live era se possibile ancora più potente che in passato. Sembra che siate cambiati in meglio nel tempo. Che cosa ne pensi?
Vedi, tutti noi in questi anni abbiamo continuato a suonare in altri progetti e credo che questo ci abbia favoriti nel riuscire a portare nuova linfa, nuove idee al progetto Down. Come gruppo ci sentiamo ogni giorno più forti e uniti. E poi ultimamente abbiamo anche lavorato su del nuovo materiale e devo dire che il risultato è davvero buono, con alcune canzoni molto azzeccate.

 

Tra poco arriviamo anche al nuovo disco, ma prima voglio chiederti un’altra cosa. Inizialmente molti vi vedevano come un semplice side-project dei Pantera, ma poi le cose sono cambiate e avete finalmente ottenuto la considerazione che effettivamente vi meritate. Quando pensate che la gente abbia realizzato veramente quale fosse il vostro vero potenziale?
Credo che sia stato proprio il tour del 2006 il momento cruciale di questo passaggio. È stato il momento in cui volevamo far sapere al mondo, ma anche a noi stessi, che facevamo sul serio. E l’abbiamo fatto, girando il mondo per tre anni di concerti. Poi ci siamo presi un anno sabbatico, per poter pensare alla realizzazione di "Diary of a mad band". E solo adesso stiamo tornando a un regime “normale”, per pensare ai nuovi progetti.

 

Come descriveresti il vostro sound se dovessi scegliere una definizione?
Direi heavy blues.

 

Il vostro terzo album, Down III, aveva un suono più grezzo e atmosfere più oscure rispetto al passato. Continuerete in questa direzione anche nel vostro prossimo lavoro?
Beh, ovviamente ogni album è una storia a sé. Credo che il prossimo album rifletterà tutto quello che abbiamo vissuto in questi anni, a livello emotivo. E dunque mi aspetto che il prossimo nostro album sia diverso dagli altri, perché noi siamo diversi come persone.

 

E come stanno andando i lavori? A che punto siete?
Siamo ancora in fase di scrittura al momento. Però abbiamo già un’idea chiara su come intendiamo pubblicarlo. Però non posso dirvi niente per ora, non voglio rovinare la sorpresa! (ride) Ma abbiamo un’idea molto figa di come vogliamo realizzare quest’album. Al momento non posso dire altro!

 

Ok… Puoi dirci però quando prevedete di pubblicarlo?
Sì, probabilmente all’inizio della primavera.

 

Devo dirti che girava qualche rumors circa la possibile pubblicazione di un Ep, prima del nuovo album. Puoi confermare o smentire?
Smentisco. Pubblicheremo un album vero e proprio.

 

E magari lo promuoverete con un nuovo tour europeo?
Credo che nell’estate 2011 suoneremo in alcuni festival in Europa.

 

A proposito di tour, di solito componete anche quando siete in giro per concerti?
Può capitare che si butti giù qualche idea, ma la gran parte del lavoro la facciamo sempre in studio. E tutti noi scriviamo e quando ci troviamo insieme proponiamo le nostre idee, per la serie “ieri sera ho avuto un’idea fantastica!”, e ne parliamo tutti insieme.

 

Concedici una domanda un po’ più personale. Abbiamo saputo dei problemi di salute del vostro bassista, Rex Brown. Si è ripreso dalla pancreatite acuta che ha avuto? Come sta ora?
Sta molto meglio, e ti ringrazio per avermelo chiesto. Come tutti, ha passato un brutto periodo in cui le sue cattive abitudini hanno avuto il sopravvento. Ha subito un’operazione, e non è uno scherzo. Ma lui ha un’attitudine molto positiva. Sono fiero di lui.

 

Tutti voi siete impegnati in diversi progetti paralleli come i Corrosion Of Conformity, Arson Anthem, Crowbar, Eyehategod. Come riuscite a coniugare tutti i vostri impegni? Considerate i Down come il vostro progetto principale o è una semplice valvola di sfogo?
Le considero un po’ tutte quante come la mia band ma alcuni di questi progetti risalgono a molti anni fa. Gli Eyehategod si sono formati nel 1988-1989, con loro ho fatto molte cose ma i Down sono la mia band principale oggi e credo anche in futuro. Penso che continueremo a produrre musica e a fare tour, ma magari accorciando la durata dei tour: più brevi e più frequenti, perché stare in giro per tournée lunghe come quelle che abbiamo fatto in passato è molto pesante.

 

C’è un artista in particolare con cui ti piacerebbe condividere il palco?
Oh, ce ne sarebbero molti! Fammi pensare… Gary Rossington dei Lynyrd Skynyrd, ma ce ne sarebbero centinaia a cui devo qualcosa musicalmente e con cui mi piacerebbe suonare.

 

Oltre alla musica, ti dedichi a qualche altra arte o a qualche hobby?
Mi piace guardare il football. E poi, so che magari sembrerà stupido, ma mi piace collezionare sticker e creare delle composizioni artistiche.

 

E le vendi o sono solo per uso personale?
No, non le vendo! Creo più che altro dei poster con cui ho tappezzato la mia camera da letto.

 

In una recente doppia intervista con il regista horror Bill Moseley ("La notte dei morti viventi", "La casa dei 1000 corpi", ndr) Phil ha dichiarato che uno dei dischi che più lo influenzarono da giovane fu una colonna sonora della Disney intitolata "Chilling, Thrilling Sounds of the Haunted House". C’è qualche altro membro della band che è stato influenzato da un disco particolarmente “strano” e “inusuale”? Oppure c’è qualche disco che vi vergognate di possedere?
Nella mia collezione non c’è nessun album di cui mi vergogno. Beh, qualcuno pensa che sia bizzarro, ma io ascolto parecchia musica country. E in generale noi Down amiamo tutti i generi musicali. Ci piace avere una mentalità aperta.

 

Bene, abbiamo finito Jimmy. Grazie ancora per la disponibilità e in bocca al lupo per il nuovo album!
Grazie a voi. E speriamo di vederci in Europa molto presto.


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