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FIGURE OF SIX
Realizzata il: 05/09/2011
Autore: Tempo
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Intervista ai nostrani Figure Of Six che ci parlano del nuovo album "Brand New Life", delle collaborazioni con nomi illustri, della scena italiana e altro ancora.

Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
Ciao ragazzi, siamo i Figure Of Six, modern-metal band di Cesena con alcuni elementi romani come me stesso, Erk, cantante della band. E' un piacere parlare con voi e potervi presentare la nostra terza fatica in studio, “Brand New Life”.

 

Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?
La band é nata con questo nome nel 2003 ma già da prima Peter e Matteo suonavano assieme. Diciamo che i due hanno composto musica finché non hanno trovato i membri rimanenti nei primi anni del 2000 concretizzando poi il tutto nel 2003. Dopo un paio d'anni di rodaggio la band fa uscire il primo album “Step One” per Copro Records al seguito del quale i Figure Of Six fanno un tour in UK di 10 date. Dopo il tour a fine 2006 si rimettono al lavoro e il secondo album vede la luce nell'aprile del 2008 per Locomotive Records. Seguono tante date italiane e un tour con i thrasher Destruction. Dopo il tour la band si rimette di nuovo al lavoro per arrivare all'album “Brand New Life”.

 

Parlateci un po' del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
Da quanto ho appreso dai ragazzi dopo il mio arrivo, gli ascolti dei membri della band sono sempre stati molto eterogenei e vari, volevano quindi un nome che rappresentasse il loro concetto ibrido di musica. Ma ogni volta che trovavano un nome adatto, saltava fuori una band omonima già esistente. Perciò un giorno pensando al titolo di una canzone dei Kill II This (“Figure Of Height”) hanno pensato che essendo 6 le fonti sonore e gli strumenti utilizzati, fosse interessante chiamare la band Figure Of Six. Credo che il nome suoni bene e sicuramente non è banale.

 

Presentatevi a chi non vi conosce: descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso "non ci piace essere catalogati in un genere preciso", in quale movimento/genere vi collochereste?
Come dicevo prima, il nostro sound è di stampo modern metal, con chitarre taglienti e bassi distorti, batterie intricate e parti elettroniche mai scontate, il tutto arricchito da una voce potente e molto melodica. Puoi trovare elementi europei che possono richiamare gruppi come Soilwork o Meshuggah, ma anche molte caratteristiche dell’american sound di band quali Sevendust, Stone Sour, Breaking Benjamin, Three Days Grace, Red e alcuni elementi dei Nickelback per quanto riguarda la voce. Crediamo che “Brand New Life” sia il giusto connubio tra Europa e America con quel gusto, per le melodie e gli arrangiamenti ricercati, tipico del nostro retaggio italiano.

 

Il 20 maggio è uscito il vostro nuovo album "Brand New Life", disco creato e registrato sull'asse Ravenna-Danimarca-Roma. Vi va' di parlarci un po' di questo album? Cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle canzoni?
Fondamentalmente il sound di “Brand New Life” si discosta un po’ dall’ottimo “Aion”, che si muoveva più su sonorità metalcore e melodic death di scuola In Flames, anche se non era quello l'obiettivo. Siamo sei elementi, con background differenti, e ascoltiamo di tutto. Volevamo un sound che rispecchiasse i nostri gusti, ma che guardasse al futuro: un passo verso  un’ulteriore crescita in termini musicali e di songwriting. “Brand New Life” è un album molto potente ma melodico e le canzoni sono davvero variegate. Il nostro desiderio era quello di offrire qualcosa di diretto, fruibile e soprattutto che la gente potesse intonare con noi durante i live, che sono la nostra linfa vitale. L’obiettivo è di tenere l’ascoltatore attento fino alla fine.

 

Cosa significa per voi questo titolo "Brand New Life" - Nuova vita?
Bran New Life rappresenta la rinascita, sia in termini personali che musicali. Abbiamo passato un anno e mezzo pieno di eventi e cambiamenti. Alcuni piacevoli e molti altri difficili e dolorosi. Provenivamo da due progetti musicali differenti. Io per esempio ho suonato per 10 anni con i Cheope (che, anche se sono cambiati alcuni elementi, sto cercando di mantenere vivi) e i Figure altrettanto con un altro cantante. Non è stato facile pensare di ritrovarsi a suonare con altre persone dopo tanto tempo. In ogni caso, arriva un momento in cui ti guardi dentro, ti fai delle domande e magari hai bisogno di nuovi stimoli. Con i Figure Of Six avevamo bisogno di ricreare un nucleo solido, di una nuova sfida dal punto di vista musicale, ma soprattutto di ritornare a divertirci. A volte ci vuole tanto tempo, ma con loro è stato tutto così semplice e immediato. Mi sono sentito subito a casa. Speriamo che questa “nuova vita” sia un ottimo inizio per tutti noi.

 

Di cosa parlano i testi e chi è il songrwiter principale?
Quando sono entrato nella band, mi sono molto confrontato con i due songwriter storici, Peter e Matteo. Ero rimasto affascinato dal concept di “Aion” e devo dire che sono stati davvero molto bravi. In “Brand New Life” mi hanno dato carta bianca. Volevano che oltre a esprimermi vocalmente, esprimessi i miei pensieri e rappresentassi questo nuovo percorso, attraverso delle storie. Abbiamo collaborato parecchio sui testi, trovando soluzioni interessanti. E’ bello potersi confrontare con persone di tale spessore. Tornando al disco, l’attenzione viene posta sull’essenza stessa dei soggetti, sulle loro paure, speranze, sogni e sentimenti della gente comune, le persone vere... Affinchè ognuno di noi si potesse riconoscere in qualcosa di “Brand New Life". Nelle varie canzoni dell’album è l’io dei vari personaggi a rivestire un ruolo decisivo. La cosa particolare è che in un modo o nell'altro, anche nelle avversità c’è sempre una soluzione “positiva” e questo rispecchia molto la recente storia dei Figure Of Six. Never Give Up!!

 

E invece chi è il compositore principale? Come assemblate le idee che vi vengono in mente?
Quando sono entrato nella band i ragazzi avevano già scritto e registrato tutto il disco. Io ho curato interamente la produzione vocale e ti assicuro che non è stato semplicissimo mettere la voce su qualcosa di già interamente definito. Però è stato stimolante e il risultato ci convince parecchio. Oggi stiamo già scrivendo nuovi pezzi e ognuno di noi è completamente coinvolto nel processo di produzione dei brani. La cosa bella è che avendo esperienze diverse, abbiamo modi di comporre eterogenei. Per esempio Antonio (il nuovo batterista) e io collaboriamo da anni a varie produzioni musicali e abbiamo un approccio che parte molto spesso dalla voce. Quindi unendo la nostra metodologia a quella dei Figure, abbiamo un ventaglio di possibilità che ci permettono di spaziare come ci pare. A volte facciamo una jam in studio e prendiamo le cose migliori, altre partiamo da un riff o da una melodia di voce per costruire tutto il resto oppure qualcuno porta un brano intero e lo arrangiamo insieme. Questo ti permette di non annoiarti mai e soprattutto di non esaurire in breve tempo la vena compositiva. C’è un confronto continuo tra tutti gli elementi della band. La prossima sfida è scrivere un testo e poi costruirci la musica attorno. Personalmente non l’ho mai fatto e sarebbe interessante provare.

 

Ho visto anche la copertina di "Brand New Life" e mi piace molto la scelta soprattutto dei colori. Chi ha avuto l'idea e chi l'ha di fatto realizzata?
Il concept della copertina è del nostro bassista Stefano, che quando si è presentato con il progetto in mano ci ha davvero colpiti positivamente, con questa fenice stilizzata. Nella finalizzazione del lavoro è stato coadiuvato da Jonathan Schneider della Broken Wrist Promotion. 
La fenice è appunto il simbolo di rinascita e molti si sarebbero aspettati dei colori caldi sul rosso, tra l’altro molto usati in quest’ultimo periodo. Per noi invece la “nuova vita” è più legata ai colori della natura, al verde, che rappresenta la speranza e speriamo sia anche di buon auspicio. Poi, diciamoci la verità, abbiamo scelto una tonalità un po’ “aliena”, per far risaltare la copertina facilmente agli occhi.

 

"Brand New Life" è stata anche la canzone che avete scelto come primo singolo... Avete per caso un nuovo video in lavorazione?
Abbiamo girato ultimamente a Colonia, durante un mini-tour promozionale, un video live di “Brand New Life” ma vi anticipiamo che stiamo per fare il video ufficiale del nostro secondo singolo “My Perfect Day”. Il video sarà girato da Salvatore Perrone e ci saranno varie sorprese!

 

Tra i diversi collaboratori che hanno contribuito a questo album, mi ha colpito in particolar modo Tue Madsen, producer - tra gli altri - di gente del calibro di Moonspell, Sick Of It All, Born From Pain, Mnemic, Himsa, Dark Tranquillity, August Burns Red, The Haunted eccetera eccetera. Come siete entrati in contatto con lui e in che consigli vi ha dato?
E' la seconda collaborazione con Tue, dopo che aveva mixato e masterizzato “Aion”. In questo album si è occupato di tutto, coadiuvato dai ragazzi della dysFUNCTION Production. E’ venuto in  in Italia per effettuare le riprese al Fear Studio di Ravenna. Il mixaggio è stato fatto in Danimarca nel suo Ant Farm Studio. Quando i ragazzi stavano scrivendo “Aion” lo hanno contattato, facendogli ascoltare “Step One” e alcuni provini di “Aion”. A lui son piaciuti e ha voluto collaborare con la band. Poi dopo il primo lavoro si è creato un rapporto di stima reciproca e quando ha ascoltato i provini di “Brand New Life”, non vedeva l’ora di metterci le mani sopra. Lavorare con i professionisti di questo calibro, non può che farti crescere. Vedere con che tranquillità affronta una registrazione e un mixaggio è da non credere. Una persona davvero umile e disponibile che ti trasmette una tranquillità enorme. Tue, ci ha aiutato a rompere gli schemi e questo ci ha fatto migliorare come musicisti, ci ha fatto capire quanto sia importante la produzione musicale ed avere un elemento esterno che ti faccia notare i difetti per limarli e t’indirizzi a dare sempre il meglio. Poi tira fuori dei suoni, esagerati!!

 

"Brand New Life" segna anche il tuo esordio come nuovo cantante della band: quali benefici ha portato questo cambio di lineup secondo te?
E’ imbarazzante rispondere a questa domanda, perché sono il diretto interessato eheh. Sicuramente, ho portato l’esperienza che ho maturato in 20 anni che faccio musica. Ho messo la mia professionalità al servizio della band, cercando di trasferire il mio modo di interpretare la musica sia come produttore che come cantante. Volevano discostarsi da “Aion” nello stile del cantato, nonostante l’ottima prova del cantante precedente, e allora ho tirato fuori quello che so fare meglio, linee potenti e melodiche con una cura particolare per le armonie e soprattutto per la pronuncia inglese. Purtroppo questa è una cosa che molte band italiane sottovalutano, ma è di fondamentale importanza se vuoi uscire sul mercato internazionale. E’ da quando sono piccolo che mi dedico all’inglese, ma in studio di registrazione, mi avvalgo sempre di un coach che corregga i miei errori di pronuncia. Sono molto stakanovista in quello che faccio, non lascio mai nulla al caso.

 

Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
Il primo lavoro in assoluto é un demo che Peter e Matteo hanno registrato prima del 2000 su cassetta. Ma il primo vero e proprio album é “Step One” del 2005 al quale segue “Aion” nel 2008 e quest' ultimo “Brand New Life” in uscita il 20 maggio su Tiefdruck Musik.

 

Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?
Penso che un momento importante e bello come band è stato quando siamo usciti dallo studio di mastering con l’album finito in mano. Dopo tanto tempo e tanti sacrifici potevamo ascoltare il disco definitivo. Eravamo tutti insieme una sera nel nostro studio, dove abbiamo delle casse con dei sub e tweeter enormi, abbiamo messo il CD ed eravamo commossi e orgogliosi del nostro lavoro.

 

Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
La scena italiana è davvero molto difficile. Non siamo piu’ un paese di matrice rock com’era negli anni ’70 e allora le label, soprattutto quelle estere, difficilmente investono in band del nostro paese. Abbiamo tanti gruppi validi, ottimi musicisti, le produzioni migliorano di anno in anno e abbiamo anche un sound personale, ma non c'è mercato e le etichette per raggiungere un riscontro devono investire il doppio. Perciò non ci credono e optano magari per band, magari inferiori, ma che possono contare su un mercato meglio avviato che da maggiori riscontri subito e con meno dispendio di fondi. Il mio consiglio è quello di migliorare sempre di più le produzioni, per portarle al livello dei gruppi internazionali, curare ogni singolo aspetto e soprattutto suonare in giro, farsi conoscere. Per questo, stimo i Lacuna Coil che hanno fatto tantissimi sacrifici e la vera gavetta per arrivare dove sono. Ovviamente hanno iniziato la loro carriera in un momento in cui il mercato discografico non era così in crisi, ma hanno lavorato davvero sodo. Sono orgoglioso che una band italiana sia arrivata a quei livelli e spero che anche i Figure Of Six col tempo si tolgano tante soddisfazioni. Per valutare altre realtà italiane, suggerisco di dare un’occhiata al movimento Panzer Division, che è ricco di tante band davvero interessanti.

 

Meglio uscire per un'etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
Nella fase in cui stai iniziando una carriera o stai crescendo come band, secondo noi è fondamentale essere supportati da un’etichetta che crede in te e che attraverso il suo “Know – How” e i suoi contatti, ti permetta d’inserirti nel “music biz” e ti guidi nel compiere i passi giusti, coordinando le varie attività del progetto. Il mercato discografico è in continua mutazione ed attraversa spesso momenti di caos e crisi, quindi il solo D.I.Y. porterebbe a bruciare la band. In ogni caso ci sono elementi di D.I.Y. molto importanti e da non trascurare. Non bisogna delegare totalmente il progetto alla tua etichetta, perché solo tu che vivi la band a 360° hai chiari gli  obiettivi vuoi raggiungere. Quindi crediamo che, in questa fase della nostra carriera, una combinazione delle due strategie sia l’ideale e con Tiefdruck Musik stiamo realizzando proprio questo. E’ una continua collaborazione nella quale ognuno mette a disposizione dell’altro le competenze maturate negli anni. Quando l’approccio della tua etichetta è quello di un elemento aggiunto alla band, allora si lavora in armonia e si può guardare positivamente in prospettiva.

 

Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?
Negli anni l’approccio ai Social Network è cambiato. All’inizio per esempio MySpace sembrava “una miniera d’oro” poi col tempo si è inflazionato, si è arricchito di spam e come tante cose nel sistema discografico è diventata una vetrina utile solo per band molto affermate. Tra l’altro è molto meno immediato e molto più lento, ultimamente. Ora pare che la promozione si sia spostata su Facebook, dove c’è un approccio più reale alla comunicazione e un passaparola più salutare e controllato. I Social Network funzionano bene se sai realmente fidelizzare, se mantieni un vero rapporto di comunicazione con la tua fanbase. Certo man mano che cresci come band è molto difficile controllare tutto, ed ecco che entrano in gioco le figure dei “Web Teams”.  Street Team del Web che, in continuo contatto con la band, gestiscono la promozione del gruppo in tutto il mondo attraverso la creazione di Fan Club e inizative che fanno sentire il fan, di giorno in giorno, sempre parte della famiglia Figure Of Six. In questo noi crediamo molto. Vi ricordo inoltre i nostri contatti Web: www.facebook.com/figureofsix, www.myspace.com/figureofsix e www.figureofsixband.com.

 

Ora dimmi un produttore con il quale vi piacerebbe lavorare ed un artista/gruppo/Dj con il quale realizzare una canzone o un remix.
Ci piacerebbe molto poter lavorare nuovamente con Tue Madsen perché capisce esattamente cosa vogliamo. Personalmente il mio sogno è di poter lavorare col produttore americano Howard Benson o con Toby Wright. Per quanto riguarda i remix, conoscendo il nostro tastierista M-Key, che è un grande nel remixare le tracce, penso Rammstein, Prodigy e Daft Punk.

 

Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt'altro genere. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti?
Personalmente da piccolissimo ascoltavo tutto rock anni ’70. Amo band come Beatles, Rolling Stones, Deep Purple, Black Sabbath e il grande Jimi Hendrix tra i tanti. Ma quando andai a comprare a 11 anni con mio padre il remaster dei Led Zeppelin in doppia cassetta, quel giorno cambiò la mia vita. I cantanti che mi hanno spinto a diventare un musicista sono Robert Plant, Glenn Hughes e Demetrio Stratos degli Area. Tra i cantanti di oggi voglio annoverare Chad Kroeger dei Nickelback.

 

Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
Sevendust “Cold Day Memory”.

 

Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
Area “Crac”.

 

Album (o gruppo) in cui quale avresti voluto suonare
Dream Theater e Nickelback.

 

Ultimo album (o gruppo) ascoltato
Foo Fighters “Wasting Light”.


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