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FORGOTTEN TEARS
Realizzata il: 10/06/2011
Autore: Tempo
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Intervista ai milanesi Forgotten Tears, da poco usciti con il loro nuovo album "Words To End" descritto come un compromesso tra attitudine Melodic Death Metal e Hardcore americano.

Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
Ciao! Siamo i Forgotten Tears di Milano e siamo in giro da cinque/sei anni. La nostra formazione attuale è composta da Faust (voce, originariamente cantante e chitarrista), Paolo (chitarra), Alessandro (chitarra), Andrea (basso) e Matteo (batteria). Siamo una band ma ancor più una famiglia, adoriamo suonare in giro e macinare chilometri su chilometri, fare della buona musica (che nel nostro caso penso sia etichettabile come un incrocio tra death metal europeo e hardcore americano). Questo è ciò che amiamo fare!

 

Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?
FQ: La band è nata verso la fine del 2004 - inizio 2005... I fondatori siamo io e Matteo. Io ai tempi ero cantante ma anche il chitarrista ritmico e abbiamo suonato in formazione a quattro per diversi anni, anche se con frequenti cambi di line-up. Inizialmente avevamo intenzione di mettere in piedi un progetto sul filone death melodico svedese, qualcosa che richiamasse le nostre band preferite dei tempi come Dark Tranquillity, In Flames, Soilwork, At The Gates... Ovviamente, anche cambiando un po' stile negli anni l'impronta svedese non è mai andata via del tutto, visto che è l'elemento che accomuna i gusti di tutta la band ed è anche un po' quel genere musicale che tutti e cinque porteremo sempre nel cuore...

 

Parlateci un po' del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
FQ: Avevamo un po' di idee per il nome della band, ma nessuna che ci convincesse particolarmente. Urgeva un nome e un nostro amico ci consigliò Forgotten Tears. Nonostante i richiami un po' “fuori genere”, il nome ci piacque da subito per come suonava e per il significato che portava con sé... L'idea fu di usarlo come nome provvisorio, ma senza accorgercene divenne il nostro nome definitivo, forse per affetto, forse per abitudine!

 

Il 16 aprile è uscito il vostro nuovo album "Words To End", che è stato da voi descritto come "un compromesso tra la nostra attitudine Melodic Death Metal e l'Hardcore americano". Vi va' di parlarci un po' più in dettaglio di questo album? Cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle canzoni?
PB: E’ proprio così! Words To End è il compromesso di ciò che ognuno di noi ascolta… Posso dire che fortunatamente abbiamo dei gusti musicali molto differenti che vanno dall’hard rock, allo swedish death metal, all’hardcore, per arrivare fino alla musica elettronica dei Prodigy… E questo in fase di composizione aiuta molto nel cercare di esprimere una nostra personalità in quello che facciamo!

 

Cosa significa per voi questo titolo "Words To End" e come mai lo avete scelto?
FQ: “Words To End” è il titolo della canzone che dà il nome all'album, parla della pateticità delle ultime parole di una persona che è in fin di vita. Non importa quanto una persona abbia avuto un atteggiamento corretto nei confronti del prossimo mentre era in vita, quando muore desidera sempre il perdono e la redenzione da parte di tutti. Allo stesso modo quando si è in fin di vita improvvisamente sembrano tutti diventare credenti e religiosi, in cerca della redenzione e di una vita migliore nell'aldilà. La canzone parla di questo e di quanto trovo sia una situazione patetica e superficiale, inoltre una frase emblematica della canzone è “è questo il meglio che riesci a dire quando senti la fine vicina? Noi non ci dimenticheremo chi sei veramente, dietro questa maschera”.

 

Di cosa parlano i testi e chi è il songrwiter principale?
FQ: I testi li scrivo tutti io, un po' per familiarità maggiore con l'inglese, un po' perchè in fase di composizione, sono sempre io a improvvisare delle linee vocali (senza testo) che poi con calma a casa (o in qualche luogo tranquillo lontano da tutti) rielaboro e completo con parole e versi. I testi del nostro album “Words To End” sono tutti più o meno incentrati sulla tematica della morte, come riflessione un po' psicologica o introspettiva. La morte vista sotto diversi punti di vista di diverse tipologie di persone (ad esempio il killer, la vittima, il malato terminale, il suicida, un soldato in guerra o addirittura un caro amico o un amante preso da un momento di gelosia compulsiva che commette un delitto... e così via), penso possa essere un ritratto incredibilmente vero di quello che è l'animo umano e di ciò che nasconde al suo interno. Un viaggio attraverso riflessioni che ho reputato interessanti. Ovviamente ci sono così tante sfumature e così tante variabili che non basterebbe una discografia per parlare di tutti questi aspetti, figuriamoci un album soltanto. Mi sono quindi limitato a selezionare dei racconti o delle riflessioni che ho pensato potessero essere le più evocative o interessanti.

 

E invece chi è il compositore principale? Come assemblate le idee che vi vengono in mente?
PB: Solitamente le idee nascono nei momenti più impensabili! Spesso il punto di partenza sono dei miei riff di chitarra, che una volta proposti poi in sala prove vengono sviluppati e portati avanti da tutti… Possiamo dire che praticamente tutti partecipano alla fase di scrittura dei nuovi brani apportando nuove idee che probabilmente non sarebbero mai venute in mente ad una sola persona!

 

Ho visto anche la copertina di "Words To End" e mi ha ricordato molto lo stile un po' "apocalittico" dei Poison The Well. Qual è il senso di questa copertina? Il disegno è opera nientemeno che di Travis Smith, ossìa un illustratore e designer molto famoso ed autore di copertine per Nevermore, Katatonia, Iced Earth, Devin Townsend, Soilwork, Overkill e - last but not least - "Nightmare" degli Avenged Sevenfold.  E' sua anche l'idea? Come siete entrati in contatto con lui per fargli realizzare la copertina?
FQ: L'idea è partita da me, nel corso delle registrazioni. Disegnai qualche bozza in Photoshop (ovviamente nulla di neanche lontanamente simile al capolavoro di Travis). L'idea era di rappresentare la fine di una vita umana con una immagine apocalittica che raffigurasse la fine del mondo. Anche i colori sono molto emblematici, ad un osservatore attento non sarà di certo sfuggito che i colori raffigurano abbastanza chiaramente la contrapposizione delle due dimensioni post-mortem: il rosso infernale in basso e un celeste molto chiaro che richiama alla mente un paesaggio più paradisiaco. La città, culla di movimenti, frenesia, traffico, mille realtà diverse e contrapposte, è la raffigurazione simbolica di come io immaginerei l'animo di un essere umano. Lavorare con Travis è stato un onore immenso, lo ammiriamo da anni e crediamo che le migliori copertine in ambito metal siano senza ombra di dubbio le sue. Abbiamo scelto lui come illustratore per ovvi motivi!

 

Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato e cosa avete inciso fino ad oggi?
PB: Il primo lavoro in assoluto che abbiamo registrato come Forgotten Tears è stato l'EP “Still Nothing Inside”, per il quale ci siamo avvalsi della collaborazione di Ettore Rigotti (Disarmonia Mundi). E’ stata davvero una bella esperienza collaborare con lui, visto che tutti noi siamo grandi fan della sua band e lo stimiamo molto anche come produttore! La nostra seconda esperienza in studio è invece il full-lenght: “Words To End”!

 

Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?
FQ: Ce ne sono centinaia... La fine delle registrazioni, l'enorme soddisfazione di ascoltare il frutto di tanto sudore, la firma del primo contratto discografico, suonare di spalla ad alcune delle nostre band preferite come All Shall Perish e Bleeding Through. Ma ora che ci penso, ciò che veramente ci da un'adrenalina assurda è vedere la gente sotto il palco che canta insieme a noi e che ci dimostra un affetto e un supporto senza pari. Una di quelle cose che ti fanno andare a letto col sorriso in faccia, per intenderci!

 

Parliamo di concerti: avete già fissato un tour di supporto per questo nuovo album? Volete ricordarci qualche data?
Ci stiamo lavorando. Per il momento abbiamo qualche data in programma qui in zona: il 10 giugno supporteremo il release party dei nostri cari amici (nonché compagni di label) Within Your Pain a Vigevano (non vediamo l'ora, è sempre una figata suonare da quelle parti). Mentre il 17 Giugno saremo a Settimo Milanese di supporto a diverse band tra cui A Line Before The Ocean. Il tour vero e proprio sarà a settembre/ottobre e toccherà diversi paesi europei. A breve sicuramente vi aggiorneremo con ulteriori news!

 

Quanti concerti avete alle spalle?
FQ: Suoniamo da molti anni insieme ormai. Direi qualche centinaio senza dubbio... Non riesco a quantificarli con precisione purtroppo.

 

Meglio suonare in Italia o all'estero?
FQ: Suonare è sempre e comunque una figata. Non abbiamo preferenze. A volte ci rimango un po' male nel sentir dire che la scena in Italia non è all'altezza di quella che si può trovare all'estero. Dipende sempre da come ci si pone nelle situazioni. Noi fino a quando continueremo a scendere dal palco sudati fradici, saremo felici e avremo ottenuto esattamente ciò che vogliamo. Abbiamo meravigliosi ricordi di date stupende sia in Italia che in altri paesi in europa.

 

Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
PB: Credo che in Italia ci siano alcune band che potrebbero competere davvero alla pari con alcuni dei nomi più conosciuti della scena internazionale! Fortunatamente abbiamo avuto occasione di condividere il palco con molti di questi e oltre a essere ottimi musicisti posso dirti che sono anche degli amici! Su tutti mi sento di consigliarvi l’ascolto di Destrage, Whithin Your Pain, Tasters e Amia Venera Landscape… Quattro band che stimiamo davvero moltissimo! Per il resto credo che l’unico consiglio valido sia quello di suonare quello che piace, senza andare per forza alla ricerca di quello che è di moda...
FQ: Sono d'accordo, e aggiungo alla lista anche Through Your Silence, Five Days Of Rain e Ready Set Fall!

 

Meglio uscire per un'etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
PB: Credo che molto dipenda dalla etichetta discografica con cui si ha a che fare… Oggi giorno se ne sentono davvero di tutti i colori! Dal nostro punto di vista posso dirti che abbiamo avuto la fortuna di essere contattati dai ragazzi di To React Records con cui abbiamo instaurato un’ottima collaborazione sia dal punto di vista professionale che un bel rapporto di amicizia!

 

Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d'oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?
FQ: il nostro dress code è “vestiti comodo, che sul palco devi fare un bel po' di bordello”. Questo basta. Se poi ci vestiamo in un determinato modo è perché ci piace, non per fare sfilate di moda!

 

Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?
FQ: Indubbiamente un sacco. Facebook, MySpace e YouTube sono pane quotidiano, come per qualunque altra band, del resto. Grazie ai Social Network riusciamo a far girare il nostro nome più velocemente e globalmente. Inoltre ci fa un piacere enorme poter leggere commenti e apprezzamenti di chi ci segue, cosa che non sarebbe possibile se la nostra presenza di limitasse ai media convenzionali come giornali, radio o tv. www.facebook.com/forgottentears

 

Ora ditemi un produttore con il quale vi piacerebbe lavorare ed un artista/gruppo/Dj con il quale realizzare una canzone o un remix.
PB: Personalmente stimo moltissimo Fredrik Nordström, che ho già avuto modo di conoscere in passato, e Andy Sneap… Credo che siano due dei migliori produttori nel nostro genere e proprio per questo sarebbe davvero un sogno per me poter collaborare con loro un giorno!
FQ: Nordström o Madsen! Li adoro entrambi! Ma anche Adam D. dei Killswitch Engage ha prodotto dei dischi niente male...

 

Parliamo dei gruppi che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt'altro genere rispetto a ciò che suonate. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti?
FQ: Avevo 12/13 anni e iniziavo ad avvicinarmi al metal ascoltando band come Metallica o simili. La svolta è arrivata quando un amico mi fece ascoltare per la prima volta “Vulgar Display Of Power” dei Pantera. Amore a prima vista (o a primo ascolto). Ancora oggi vedo i Pantera come la band più figa di tutti i tempi...
PB: E’ una domanda molto personale, e ognuno di noi ti darebbe sicuramente una risposta diversa! Personalmente la mia influenza principale sono stati gli Extreme, in particolare gli album “Pornograffiti” e “III Sides” sono stati davvero importanti per me e, ancora oggi, credo che siano i due album che mi hanno fatto sognare di diventare un  chitarrista!

 

A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto?
PB: Credo che valga per tutti se dico che il nostro sogno è quello di suonare insieme alle band che più ammiriamo e con le quali siamo cresciuti!
FQ: Il mio sogno è di non smettere mai di sognare!

 

Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
PB: Ce ne sono davvero troppi per dirne soltanto uno! Probabilmente gli presterei il mio iPod e gli direi “Ehy, mettilo in shuffle e ascoltati un po’ di buona musica!”

 

Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
PB: Sicuramente tra le gli album più recenti delle band italiane mi sento di consigliare l’ultimo dei Destrage, “The King Is Fat ‘n’ Old”.
FQ: “Words To End” dei Forgotten Tears! Spacca!

 

Album (o gruppo) in cui quale avresti voluto suonare
FQ: ... Pantera?

 

Ultimo album (o gruppo) ascoltato
PB: The Ghost Inside “Returners”
FQ: The Plot In You “First Born”

 

Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
Grazie per aver letto questa intervista. Date un ascolto su MySpace www.myspace.com/forgottentearsband oppure date un occhio al nostro nuovo video su YouTube www.youtube.com/watch?v=2G5OWrVDFOc.
Se vi piace ciò che sentite, ci vediamo presto a uno dei nostri live!
Cheers!


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