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RHYME
Realizzata il: 31/05/2011
Autore: Tempo
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Intervista ai lombardi Rhyme, una delle rivelazioni rock del panorama musicale italiano, che si presentano al pubblico in attesa del Rockin Desio 2011.

Ciao ragazzi e benvenuti su Groovebox.it. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.
La line-up è composta dal sottoscritto, Riccardo Canato al basso, Gabriele Gozzi alla voce, Guido Montanarini on drums e Matteo Magni alla chitarra. Ad eccezione di Gab che arriva dal mantovano, i restanti tre sono tutti dislocali tra Milano e la Brianza.

 

Raccontateci un po' di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com'è nata l'idea?
La band nasce per volontà mia e di Matteo. Ci conosciamo da anni e dopo una breve esperienza in una precedente band abbiamo deciso di riprovare a lavorare insieme, creando appunto i Rhyme.  L’idea nasce dalla mancata esistenza, a nostro modo di vedere le cose, di una band rock italiana che tentasse di produrre qualcosa di valido anche per il mercato statunitense. Il sound americano, la produzione “cicciona” e certe melodie sono esattamente ciò che ci è sempre piaciuto. Volevamo dimostrare che anche in Italia possono nascere bands che realizzano progetti e produzioni simili. Il significato è semplice: un pugno nello stomaco. La nostra volontà è quella di staccarci dal modus operandi tipico dell’Italia, il che non significa né sputtanarlo né sottostimarlo, ma semplicemente è una chiara presa di posizione e di distanza. Ti dirò, quando mi è balenata in testa l’idea di formare i Rhyme c’era tutta quella ventata di ritorno alle sonorità hard rock/hair metal degli ’80…volevamo rispondere al fuoco…


Parlateci un po' del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?
La rima è un concetto forte, ed al contempo contrastante. Se ci pensi una rima può nascere anche da due parole sdolcinate, ma è di fatto inscindibile. Una rima, come le nostre canzoni, può nascere in due secondi, premiando l’istinto, così come dopo mesi di lavori e spremute di meningi. Inoltre il detective Lincoln Rhyme dei romanzi di J. Deaver ha fatto il suo…leggevo parecchio di lui in quel momento…

 

Presentatevi a chi non vi conosce: descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso "non ci piace essere catalogati in un genere preciso", in quale movimento/genere vi collochereste?
Audioslave, Papa Roach, Foo Fighters, Alter Bridge, Shinedown, Godsmack, Alice in Chains, Soundgarden, Puddle of Mudd, Sevendust e molti altri.
Il nostro sound risente senza dubbio di queste bands, nonchè di una produzione in your face.

 

E' uscito da qualche mese il vostro nuovo album "Fi(r)st": Vi va' di parlarci un po' più in dettaglio di questo album? Cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle canzoni?
Abbiamo appena pubblicato FI(R)ST, il nostro debut album uscito con Bagana Records/Audioglobe il 28 Gennaio. Gli ascoltatori possono certamente aspettarsi un disco con un’ottima produzione, sinceramente in Italia non ne ho ancora sentite di questo livello, soprattutto a livello di rock underground ma anche in molto mainstream. Lavoreremo sul nuovo disco a fine anno, senza fretta perché siamo ancora in promozione con il primo ma abbiamo già le idee molto chiare sulla prossima direzione. Saremo davvero dei gran bastardi.

 

Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?
L’EP di cui parlavo prima, “Rhyme 2009”. Quattro canzoni che ci han consentito di essere notati da alcune web radio americane che hanno passato la nostra musica e ci hanno concesso spazio in interviste. Subito dopo ci siamo concentrati sul disco, con metà line-up cambiata. Dal vivo abbiamo suonato praticamente in tutti i migliori locali underground del Nord Italia ed a breve annunceremo qualcosa all’estero. E non vediamo l’ora del 22 Luglio per essere al Maximum Rock Festival con i Freak Kitchen, insieme ai Destrage.

 

Quale vostra canzone consigliereste a chi non vi ha mai sentiti?
Sicuramente il nostro singolo, “Step Aside”. Abbiamo realizzato anche un videoclip che sta attualmente girando su RockTV ed affini. E’ stato realizzato da Antonio Monti (Le Iene, Invincibili ecc) per Chango Film ed anche questo è davvero di grande qualità.

 

Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band?
Il release party al Honky Tonky di Seregno di Dicembre 2010. Vedere tutta la sala live piena per noi è stato veramente emozionante. Inoltre abbiamo avuto come special guest i D-Vines, band di Brescia in vera ascesa. Sono dei fratelli ed è stato. Oltre a loro hanno duettato su tre nostri inediti Matt Massa dei Mellowtoy, Marco Sivo dei Planethard e Freddie dei Rising Wind. Veri amici.

 

Chi è il principale compositore del gruppo? Usate qualche metodo per assemblare tutte le idee che vi passano per la testa?
Il disco è stato scritto da me e da Matteo. Lui è il principale arrangiatore e compositore a livello strumentale; ci sono brani che abbiamo invece scritto assieme, altri che ho portato io e che sono stati rielaborati. Non abbiamo ancora un codice compositivo, ma sicuramente al momento siamo più orientati sulla scrittura in sala prove, avendo finalmente una band al completo.

 

Parlateci un po' dei vostri testi: chi è il songwriter principale e quali sono gli argomenti che preferite trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?
I testi di FI(R)ST sono stati scritti interamente dal sottoscritto, ad eccezione di Your Scars che vede la partecipazione sia di Teo che di Gab. Gli argomenti sono ovviamente vari, ma sicuramente il tema dell’evasione pervade tutto il disco, sia quando affrontiamo brani introspettivi come “Rise Again” e “Hiding from The Dark”, sia in “Feed My Anger” che parla di pedofilia o di “The Pleasure Game” che affronta il tema del sesso estremo. Sono molto legato a “Rise Again” per delle questioni personali.

 

Quant'è importante per voi l'attività live di una band e quant'è determinante secondo voi la presenza scenica e perchè?
E’ tutto. Sul palco vivi e muori ogni volta. Ti scateni sempre di più e vuoi raggiungere nuovi limiti. Se potessi spiegarvi il mal di collo che ho al termine di ogni show, credetemi…

 

Quanto conta secondo voi il look di una band al giorno d'oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?
Fondamentale. Stiamo arrivando ad un nostro “dress code” ma è un continuo divenire. Anche a livello di sound siamo una band atipica quindi non necessariamente determinati capi o stili o brands possono andare bene per noi. Sarebbe troppo bello fare come Jerry Cantrell: maglietta scolorita, jeans e fanculo a tutti. Beato lui.

 

Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un vostro show?
Sudore. E tanto scapocciare. E di trovarci al banchetto merch dopo il concerto

 

Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono secondo voi i migliori gruppi italiani del momento.
Sicuramente la scena italiana ha bisogno di elementi più professionali. Ci sono troppi imbonitori e troppi millantatori. Ci sono produzioni fatte in studio che fanno pena, così come altre fatte in casa a gratis che fanno pena ma se non altro non sono costate cifre da capogiro ai poveri musicisti raggirati. Fate attenzione e non fidatevi di chi vi propone la luna. Noi siamo molto amici di bands come D-Vines e Rising Wind, che stanno trovando la loro strada ed un prodotto sempre più equilibrato. Mentre scrivo i Mellowtoy sono in tour nello U.K. con gli Ill Nino, quindi anche questo è un motivo di orgoglio. La cosa che va cambia è l’approccio della gente: andate a vedere i concerti delle bands di casa. Andate.

 

Meglio uscire per un'etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l'intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?
Ci sono vantaggi e svantaggi in entrambi i casi. Una major se sei piccolo ti getta via dopo mezzo disco, non ti dà più la possibilità di fare due, tre tentativi. Se pensiamo che il vero successo gente come Queen, Springsteen, Metallica, l’hanno ottenuto con il terzo album…beh, sappiate che oggi non è più possibile. Le indie hanno sempre meno potere e la loro funzione di talent scout si sta assottigliando in funzione del tv scouting fatto dai reality show musicali, dietro ai quali ci sono già le majors. Il D.I.Y. è molto importante ma bisogna stare attenti anche a quello. Puoi fare tutto da solo ma nel limite delle tue capacità. E spesso i musicisti sanno solamente suonare…

 

Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?
Sono strumenti molto utili che ti permettono di essere conosciuto in qualunque angolo del mondo. I Rhyme sono su tutti: www.facebook.com/rhymeband e www.myspace.com/rhymeband giusto per dire i due principali, così come su http://signmeto.roadrunnerrecords.com/artists/rhyme . Su facebook è visibile anche il nostro videoclip. Purtroppo è difficile fare filtro attraverso i social network quindi ci vuole pazienza e tanto lavoro di promozione.

 

Se, fantasticando, poteste scegliere un producer con il quale lavorare, chi scegliereste?
Bob Rock, Rick Rubin o Ross Robinson.

 

E con quale musicista/gruppo realizzereste invece una canzone (o un remix) assieme?
Jerry Cantrell e Bruce Springsteen. Senza alcun dubbio. Il remix con I Justice…che bomba.

 

Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt'altro genere. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti?
La mia vita l’hanno cambiata i Queen nel 1991. Avevo sei anni e la morte di Freddie Mercury mi ha aperto gli occhi. Avevo in casa il Greatest Hits II. L’ho tirato fuori e l’ho ascoltato fino alle medie. In gita alle elementari l’ho proposto sul pullman: mi hanno insultato tutti. Beh, ora posso dirlo: andate a fanculo ;) .
Un altro artista è stato sicuramente Kurt Cobain: ero in macchina quando ho sentito la notizia del suo suicidio. Lui è stato l’ultimo grande artista della storia del rock. Un’importanza come la sua credo che l’abbiano avuta solamente Muddy Waters, Chuck Berry, Elvis e John Lennon. Gli ultimi due a darmi qualcosa sono stati Alice in Chains e il Boss, già ampiamente citati.

 

A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Il mio è suonare a Wembley e comandare le urla del pubblico.

 

Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
Bruce Springsteen – Ghost of Tom Joad

 

Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
Fabrizio De Andrè – Vol. 3

 

Album (o gruppo) in cui quale avresti voluto suonare
Nirvana  - Nevermind

 

Ultimo album (o gruppo) ascoltato
Cold Day Memory dei Sevendust, su consiglio del buon Ale dei Fuzz Fuzz Machine.

 

Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.
www.myspace.com/rhymeband . A S C O L T A T E C I .


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